Publisher's Synopsis
Sse' ni malò
Accettare di fare il tutore volontario per un ragazzino africano. Barcamenarsi tra due lavori così così, un marito che vuol buttarsi in politica come rimedio alla insoddisfazione esistenziale, e una figlia che ha deciso di fare coming out per corrispondenza.
Combattere contro i pregiudizi degli altri e i propri, stare al passo coi tempi, tentare di non commettere errori.
Organizzare il matrimonio nella propria casa di campagna, per una coppia ebraico newyorkese riuscendo a non litigare con gli sposi e a tener a bada chi vorrebbe sfruttare l'evento per secondi fini.
Ma soprattutto, non perdere di vista quello che davvero si desidera dalla vita. "Voglio essere felice" grida Dina, la protagonista. E spera che l'eco, restituendole quella voce, le suggerisca anche come riuscirci.
Per fortuna ci sono gli amici, sempre pronti a dare una mano, e le complicazioni, che rendono il gioco interessante. Se no sarebbe una noia, sul serio!
Ssè ni malò è la storia di un cambiamento, del pensiero in eterno movimento, visto e vissuto nell'arco di un anno. La storia è scritta in terza persona, ma intercala il resoconto, in prima persona, indirizzato all'ufficio che vigila sulle tutele dei minori stranieri non accompagnati.
"La verità, Egregio Sig. Garante, è che l'esistenza è un'accozzaglia di cose differenti che apparentemente non hanno nulla in comune. Eppure, talvolta - per miracolo o per mistero - si mescolano e prendono il sapore buono dei sentimenti; del pollo col riso - "ssè ni malò" - cucinato per caso insieme a un ragazzino incontrato per caso, cui per caso ho imparato a voler bene. Ma se prevedere il risultato finale è impossibile, allora tanto vale mettere da parte progetti e bilanci, calcoli e risultati".