Publisher's Synopsis
Roma, tra il 1914 e il 1922. Gli anni della Prima Guerra Mondiale e delle successive, problematiche vicende che avrebbero condotto all'affermazione del fascismo. Gli anni del dibattito sulla Questione romana e sulla possibilità di giungere, finalmente, alla sua soluzione. In Vaticano, in quei giorni, operava una figura singolare, rivestendo un ruolo atipico e senza precedenti. Il barone Carlo Monti di Montichiari, "incaricato d'affari" del governo italiano presso la Santa Sede. In assenza di rapporti diplomatici ufficiali, un tramite confidenziale tra le "due Rome", protagonista, insieme al pontefice Benedetto XV e al cardinale Pietro Gasparri, di un intenso lavorìo diplomatico che approderà a una vera e propria "conciliazione ufficiosa", prefigurazione di quella che verrà ufficializzata l'11 febbraio 1929, con i Patti Lateranensi. Stipulati, questi ultimi, in un assetto politico-istituzionale sensibilmente diverso da quello in cui si è mosso, con impeccabile discrezione e incessante impegno, il barone Monti ma che, proprio grazie alle premesse poste dalla sua abilità di mediatore, sono riusciti a concretizzarsi. Questo libro, prendendo le mosse dal suo diario, ricostruisce l'attività di Monti, il suo quotidiano confronto con politici, diplomatici, alti prelati, restituendo la sua peculiare, irripetibile prospettiva, rievocando un'epoca tra le più significative della storia italiana, gli umori che la percorrevano e i radicali cambiamenti che si profilavano all'orizzonte.