Publisher's Synopsis
Considerazioni sul lavoro, nel pubblico impiego e in particolare nella scuola, alla luce del moltiplicatore K della teoria keynesiana, da parte di un appena pensionato, già operatore scolastico, navigato per tutti i profili del personale ATA Con cognizione di causa, si denuncia carenze strutturali, didattiche e, finanche, affettive, dal momento in cui viene interpretato molto fedelmente il modello parcheggio, dal modo in cui non si evita di concentrare in spazi limitati tutte le attività didattiche, conosciute aule pollaio. I progetti, nelle varie versioni, sembrano non lasciar più tempo a metodi incisivi, quasi da certosini, da parte dell'insegnante che vuole essere "agevolato" e "agevola" con schede precompilate o domande a risposte chiuse. La scuola, negli ultimi tempi, sembra rappresentare più uno strumento di una politica occupazionale che rispettare il suo impegno naturale di istruire e formare i giovani alla consapevolezza dei diritti e doveri del cittadino, come collante che tiene insieme i vari componenti di una comunità civile.Bisogna che insegni ai giovani il rispetto di tutto ciò che non sia sé stessi, trovando un punto di identificazione collettiva come base dell'unità e della solidarietà, nel segno di una convivenza pacifica. Deve imporsi, per questo, con i principi di uguaglianza, che è a fondamenta di un governo democratico, senza prevaricazioni e senza discriminazioni. Deve formare il cittadino a come possa migliorare la società e non a modellarlo come questa stessa vorrebbe, dando tutti gli strumenti di un sapere acquisito nella sua storia, come memoria della sua cultura, cercando di inculcare quel senso di responsabilità da praticare come abitudine. L'insegnamento, come afferma Daniel Pennac, deve consistere che ad ogni ora la campanella deve aprire a nuovi orizzonti.