Publisher's Synopsis
Mentre la Capitale - e l'Italia intera, visto il flusso di prenotazioni, già oltre 10.000, arrivate da ogni angolo del Paese - resta in attesa dell'apertura della mostra, allestita all'interno della Villa/Casa Museo del grande attore, sita in Piazzale Numa Pompilio - esposizione dedicata al Centenario della nascita dell'Albertone Nazionale, nato a Roma il 15 giugno del 1920 - apertura rimandata a settembre - dal 16 settembre 2020 al 31 gennaio 2021 - per gli ovvi motivi legati alla diffusione globale dell'emergenza sanitaria ancora in corso, tanti sono gli omaggi resigli dai più svariati ambiti. Quello che segue è il nostro. Un omaggio sentito e sincero ad un personaggio che, in un modo o nell'altro, ha fatto parte, e continuerà a farlo, dell'immaginario collettivo di tutti noi, facendoci ridere, talvolta a bocca aperta, tal'altra a denti stretti, dei vizi e delle virtù italiane che nessuno più di lui è riuscito ad interpretare ed esprimere. Alberto Sordi: un uomo, mille volti. Eh già, tanti e forse ancor di più sono i caratteri e gli animi che Sordi ha saputo tradurre e portare in scena attraverso la magistrale gestione della sua strepitosa macchina attoriale; un'abilità, quest'ultima, che rappresenta un patrimonio culturale inestimabile, fucina di talento e passione per questo lavoro, la professione dell'attore dunque, che è stata la sua stessa vita. Nulla ha avuto maggior valore per lui se non l'impegno profuso, costante e profondo, nel migliorare, perfezionare ed elevare le sue già innate doti interpretative. Ed ecco allora sfilare sul palcoscenico del tempo, il più importante palco di un attore, le tante facce sovrapposte l'una alle altre. Un puzzle meraviglioso e sorprendente composto da tasselli indimenticabili quali il Sordi tassinaro per le strade della Capitale, o il Sordi surreale medico della Mutua, o ancora il Sordi Marchese del Grillo nella Roma papalina, oppure il Sordi Dentone che balla e canta "La notte è piccola" con le sorelle Kessler, sullo sfondo di un tramonto romano davanti alla storica sede del Centro di Produzione Rai di Via Teulada, in Roma, all'inseguimento delle velleità artistiche del personaggio, represse, soffocate e nascoste, passando per il Sordi papà, nel film, che segna la nascita del suo erede ideale, Carlo Verdone, o per il racconto dell'avanspettacolo, tra luci e polvere, in compagnia della immensa Monica Vitti. Ma potremmo continuare per ore, ricordando e visualizzando la sua faccia, il suo sorriso magnetico, la sua voce melodiosa, radiofonica - e non a caso quanta radio ha fatto Sordi! - quella stessa voce che ha doppiato come nessun'altra avrebbe potuto fare meglio, Oliver Hardy. Un'estensione attoriale, la sua, davvero impressionante, che va dal Mario Pio che corre con i pantaloni alla zuava urlando il nome della signorina Margherita, indimenticabile gag, all'elegante Sordi di "Fumo di Londra", dai maccheroni de "Un americano a Roma" al dramma ne "Un borghese piccolo piccolo", tanto per rendere l'idea dell'ampio spettro di azione percorso in lungo e in largo da Alberto Sordi nell'arco della sua lunga e brillante carriera professionale. Ma di questo parleremo, anzi scriveremo, più dettagliatamente tra poche righe...