Publisher's Synopsis
9 maggio 1978: un dies ad quem nella Storia d'Italia, e non solo. Una data spartiacque, un cleavage, un tornante, una cesura nel tempo, che cambierà il tempo futuro, quantomeno ne modificherà alcuni tratti, nell'ottica di una prosecutio interrotta. Una interruzione temporale contraddistinta da una discontinuità necessaria ed inevitabile dettata dagli eventi intercorsi. Una storia, quella del nostro Paese, segnata da drammatiche vicende, come è stata la vicenda Moro. Drammatici epiloghi, che, se fossero stati evitati, in un modo o nell'altro avrebbero generato lo sviluppo di tempi assai diversi, di politiche completamente differenti, di altre interpretazioni della realtà, degli ambiti e dei contesti coevi. Ma tant'è. La Storia non si fa con i se e con i ma. Tuttavia non mancano in merito alcuni esperimenti di controfattualità, metodo al quale faremo cenno più avanti. Ad oggi non resta che continuare a ricordare la vita e l'opera di uno statista di primo piano quale è stato Aldo Moro nella storia politica italiana del suo tempo; un uomo del futuro, come ho già avuto modo di scrivere, un professore attento, capace, sensibile e generoso nei confronti dei suoi giovani studenti, loro sì, contestualizzando, il futuro di quegli anni. Così come oggi, i giovani che vivono questo tempo post contemporaneo, affannato e sospeso anch'esso, rappresentano ancora una volta il futuro, quello di tutti noi. Eh già, la celeberrima teoria dei corsi e ricorsi storici di Giambattista Vico è sempre stringente, così come la chiara e netta affermazione di Benedetto Croce, quella che recita, "Ogni vera storia è storia contemporanea...". Sulla scorta di queste sintetiche ma sentite riflessioni, la morale appare essere sempre la stessa: ricordare e conoscere il passato per capire il presente ed immaginare il futuro. Aldo Moro dunque: un uomo, una vita - e una vicenda - in sospensione diacronica sulla storia dell'Italia repubblicana.