Publisher's Synopsis
Esporremo alcuni capitoli della cronaca dell'Akasha, cominciando da quei fatti che si svolsero allorché fra l'Europa e l'America esisteva ancora il cosiddetto Continente Atlantico. Quella parte della superficie terrestre era allora emersa, e oggi è il fondo dell'oceano Atlantico. Platone racconta ancora dell'ultimo resto di quel paese, dell'isola di Poseidone, situata a occidente dell'Europa e dell'Africa. Anche W. Scott-Elliot racconta, nel suo libro L'Atlantide secondo le fonti occulte, che il fondo dell'oceano Atlantico era anticamente terraferma, ch'esso fu, per circa un milione d'anni, il teatro di una civiltà molto diversa dalla nostra, e che gli ultimi avanzi di quel continente furono sommersi nel decimo millennio a.C. I particolari che daremo qui intorno a quell'antichissima civiltà, completeranno la descrizione di quel libro di W. Scott-Elliot; e mentre là vengono piuttosto descritti gli avvenimenti esteriori di quei progenitori atlantici, qui descriveremo invece il loro carattere animico e l'intima natura delle condizioni nelle quali vissero. Il lettore dovrà dunque trasferirsi con il pensiero ad un'epoca di quasi diecimila anni a.C., la quale durò parecchi millenni. Ciò che qui è descritto non si riferisce però solo a quel continente oggi sommerso nell'oceano Atlantico, ma anche all'Asia, all'Africa, all'Europa e all'America d'oggi; e le vicende che in questi paesi si svolsero più tardi, trassero la loro origine e si vennero via via sviluppando da quelle antiche civiltà. Non è forse inutile - per quelli dei nostri lettori che sono soliti fondarsi esclusivamente sulle così dette prove inoppugnabili o autentiche, fornite dalla scienza comune, e che, nello stesso tempo, non si sono mai posti il quesito se, sotto la superficie dell'oceano, si stenda veramente quell'Atlantide di cui si legge ancora nel Nouveau Petit, Larousse illustré questa laconica notizia: «Continent fabuleux, que les anciens mythographes mentionnent comme ayant existé autrefois dans l'Atlantique à l'O. De Gibraltar», - allineare qui dati meno imprecisi rispetto al Larousse, desunti da varie opere di scienziati e scrittori che, tra gli ultimi decenni del secolo scorso e i primi del nostro, si sono occupati dell'enigma atlantico, partendo da ricerche positive, come anche dal confronto dei monumenti egizi con quelli peruviani e messicani. «Il tema della sparizione dell'Atlantide, narrata da Platone nel Timeo, fu sempre oggetto di controversie da parte dei dotti», osserva Gennaro D'Amato nell'opuscolo I documenti archeologici dell'Atlantide e le loro ripercussioni nel campo del sapere; «i più la ritennero una favola; altri opinarono che ricordasse un fatto storico: il diluvio, forse Platone raccontò che Solone (X secolo a.C.), parlando con Sanchis, prete di Sais, seppe della sommersione, avvenuta 9.000 anni prima, d'una grande isola detta Atlantide, già posta di fronte alle Colonne d'Ercole. La tradizione si ripercuoteva in leggende americane: all'epoca della conquista, gli aborigeni del Centro-America dicevano che la loro razza scendeva da un popolo venuto d'oriente, ossia dall'Atlantide. Gli scandagli delle navi Challengher e Dolphin definirono il profilo d'un immenso altipiano sottomarino, esteso fra il 25° e il 50° grado di latitudine nord e il 25° e il 50° di longitudine ovest. La corrente del Gulf Stream scorreva intorno al continente, seguendo il corso d'oggi, girando a est dei banchi di Newfundland e circuendo, sulla sua via verso l'Europa, il sommerso Dolphin's Ridge, evidente avanzo dell'Atlantide». Le sue cime superstiti, cioè ancora emerse, sarebbero le Antille a ovest, e le Azzorre, le Canarie, le isole del Capo Verde a est. I fenomeni sismici di queste isole vulcaniche, l'alterno abbassarsi e sollevarsi del fondo atlantico in una zona inquieta di 3.000 chilometri di larghezza, minacciano anche oggi, secondo Pierre Termier (A la gloire de la Terre: l'Atlantide), cat