Publisher's Synopsis
Quantunque le riforme civili onde abbisogna l'Italia debbano esser fatte dai governanti, che sono la sorgente naturale e sincera di ogni miglioramento, esse vogliono venire aiutate e promosse dall'opinione pubblica; il che m'invita a passare dal debito dei principi a quello dei popoli. Perche, siccome i primi debbono conciliarsi l'amor del secondi, non ripugnando ai ragionevoli progressi, i secondi hanno l'obbligo di amicarsi i primi, rendendosi meritevoli dei beni che ne ricevono e se ne promettono. Due cose concorrono a far degna una nazione degli incrementi civili: l'una e lo zelo animoso, necessario per cavarne profitto; l'altra e la moderazione assennata, richiesta per non abusarne; perche chi abusa del bene lo rende malefico, e chi non sa prevalersene, ne, maneggiandolo a proposito qual capitale vivo, farlo fruttare, lo rende inutile. Per evitare questi due inconvenienti, la via piu semplice e appunto quella che dee essere seguita altresi dai governi, e sta nel consigliarsi col senno patrio, nell'erudirsi ed accendersi cogli antichi esempi, nel dismettere al tutto le tratte esotiche e le imitazioni peregrine. Io non mi stanchero mai di ripeterlo, giacche questa massima cosi triviale e l'epilogo della italiana sapienza in ogni genere di cose e di cognizioni, e l'unica via che ci soccorra, per riacquistare nei pensieri e nelle opere l'antica grandezza.