Publisher's Synopsis
Text is in Italian Language. La violenza del film Salo, o le 120 giornate di Sodoma (1975), di Pier Paolo Pasolini, allegorizza, radicalizza e mette sotto accusa la falsa coscienza del regime fascista, responsabile di avere creato un sistema di dogmi per la riduzione a 'cosa' del corpo umano, della vita, della cultura e della societa tutta, essendo il suo strumento piu infido lo sviluppo di una tecnologia di potere, posta al servizio della barbarie. Tramite la resa espressionistica del dispotismo nazifascista, Salo non solo narra la corruzione di cui e capace la burocratizzazione del capitalismo industriale, nel momento in cui da vita a tropi e strutture di riedificazione della storia, ma ci sollecita a capire che ciascuno ha la sua parte di responsabilita nell'istituzione dei regimi dittatoriali antiumanistici, entro i cui perimetri dilagano il vizio, la perversione e le mostruosita che Sade rintracciava nella societa e in se stesso. Dinanzi alla proliferazione dei messaggi ideologici che passano attraverso un unico canale di comunicazione, quello della cultura consumistica e capitalistica, che induce la neoborghesia a ritenersi portavoce e incaricata dell'intera nazione, lo shock-value prodotto da Salo si fa strumento di coscienza politica e morale rivoluzionaria, fornendo, sia a livello storico, sia teorico, un senso ulteriore delle realta crudeli della cronaca, che esorbita l'organizzazione formale dell'opera, la sua semantica, il suo linguaggio, la sua struttura narrativa.