Publisher's Synopsis
Siamo dunque in piena campagna elettorale per le elezioni europee - in Italia si voterà il 26 maggio prossimo - con le consuete manovre strategiche e muscolari in atto da sinistra a destra per la scelta dei "cavalli di razza" da lanciare nella corsa per il Parlamento europeo di Strasburgo - 76 i seggi italiani in ballo -. Quello che si avvicina è quindi un voto importante per tutelare e promuovere al meglio gli interessi del nostro Paese e della nostra Capitale. Un Paese e una Capitale che devono ri-elevarsi ad antichi splendori culturali e sociali, senza dimenticare però le reali esigenze dei cittadini residenti. Rappresentate, quest'ultime, nello specifico capitolino, dalla risoluzione delle tante "criticità" che, in ordine sparso, vanno dalla gestione dei rifiuti ai trasporti, dal decoro alla sicurezza, dalla cura dell'ambiente al commercio di quartiere. Ma la lista è lunga, e ognuno di voi la conosce bene.Stiamo attraversando un periodo non facile: il governo nazionale ha le sue gatte da pelare, il Paese sta con il fiato sospeso, e i problemi degli italiani vengono sempre più spesso sventolati ad uso e consumo delle immediate utilità. Ma fin qui, mi direte, niente di nuovo. Purtroppo la storia tende a ripetersi quasi incessantemente. Nessuno si stupirà per questo. Tuttavia un territorio come quello della città di Roma, con dati di estensione e densità in continua crescita, e con una eterogeneità di istanze dettata dalle fortissime differenze che lo contraddistinguono, merita stabilità e soprattutto una progettualità che possa tornare a dipanarsi nella lunga durata. Quindi, lasciamo che le analisi dei massimi sistemi - di cui è permeata la comunicazione politica contemporanea tout-court - siano formulate e analizzate nelle sedi deputate, e consideriamo altresì prioritarie le improrogabili scelte che abbiano - quelle sì - una ricaduta significativa e concreta sulla vita dei semplici cittadini, contribuenti e votanti, alle prese con una quotidianità sempre più incerta e precaria. Perché gli altri - e la Storia - siamo sempre noi. Pertanto, che vinca il migliore: sicuramente il "buon senso comune europeo".